Ideato negli anni venti del XX secolo dallo psichiatra romeno Jacob Levi Moreno, lo Psicodramma è un metodo d'azione e una forma di psicoterapia in gruppo, in cui i partecipanti esplorano emozioni e vissuti personali attraverso la drammatizzazione teatrale, mettendo in scena ruoli e situazioni che permettono di rivelare, comprendere e dare significato a ciò che abita il proprio mondo interiore.
L'idea di base dello Psicodramma Biblico consiste nell'utilizzo del metodo psicodrammatico come strumento per esplorare la dimensione emotiva ed esistenziale dei testi biblici al fine di cogliere in profondità l'intima relazione tra la Buona Notizia in essi contenuta e la propria esperienza di vita, in modo che il testo diventi evento, incontro e occasione di trasformazione personale e comunitaria.
Negli anni successivi al Concilio Vaticano II si moltiplicarono le esperienze di diffusione facilitata del Testo Sacro: la traduzione interconfessionale della Bibbia in lingua corrente (1974), le messe beat, le marce per la pace, l’esperienza di Taizè. La dimensione dell’esperienza divenne centrale nella vita ecclesiale e molte comunità cristiane ridiedero vita all’annuncio evangelico attraverso recital, rappresentazioni e performance capaci di attualizzarne la portata spirituale e sociale.
È proprio su questo humus che ha acquistato senso la ricerca di una metodologia di approccio al testo sacro: lo Psicodramma Biblico.
La sua origine coincide con le prime esperienze di conduzione di gruppi giovanili da parte di padre Beppe Bertagna SJ. In quel contesto egli prese coscienza che la parola, da sola, non bastava a mettere in atto reali processi di cambiamento. Da questo “fallimento” nacque l’esigenza di cercare metodi alternativi.
L’occasione arrivò a Selva di Val Gardena, dove Bertagna entrò in contatto con due psicologi argentini, i coniugi Alberto e Maria Grazia Bermolen, che stavano proponendo esperienze di psicodramma. L’impatto fu decisivo: lo psicodramma mostrava come l’azione, il gioco dei ruoli e la messa in scena di situazioni interiori potessero aprire alla consapevolezza, alla trasformazione, alla guarigione. Padre Bertagna intuì immediatamente che questo metodo poteva essere applicato anche al lavoro sui testi biblici, trasformando la Scrittura in evento vissuto qui e ora.
Da quell’intuizione nacque un cammino di studio e di formazione. Bertagna si confrontò dapprima con forme di drammatizzazione biblica già sperimentate in ambito gesuitico, poi decise di approfondire professionalmente il metodo psicodrammatico. Frequentò la Scuola Quadriennale di Psicodramma diretta da Paola De Leonardis e, parallelamente, si iscrisse alla Facoltà di Psicologia, conseguendo la laurea e il titolo di psicodrammatista. Un percorso impegnativo che consolidò le basi scientifiche e cliniche della sua pratica, permettendogli di fondere competenza psicologica, esperienza spirituale e intuizione pastorale.
Insieme ad altri animatori e alla collaborazione di figure qualificate come Lucia Moretto (psicodrammatista AIPsiM), iniziò a sperimentare lo Psicodramma Biblico in modo sistematico. Queste prime esperienze confermarono la validità del metodo: la messa in scena dei testi sacri non era solo uno strumento pedagogico, ma un vero processo di trasformazione personale e comunitaria.
Negli anni, l’esperienza si è strutturata in corsi di formazione e in una Scuola di Psicodramma Biblico che continua a formare operatori, educatori e animatori. La metodologia ha varcato i confini italiani, trovando terreno fertile in Spagna, Polonia e Cambogia, segno di una fecondità che parla a culture diverse.
Oggi lo Psicodramma Biblico si presenta come un metodo vivo e in crescita, radicato nella tradizione spirituale ignaziana e nella scienza psicologica, capace di rendere la Bibbia un’esperienza concreta, trasformativa e comunitaria.